Dalla tradizione dei “bancarellai” al presente dell’unico premio letterario promosso dai librai

di Antonio Prudenzano | 10.06.2015
illibraio.it

Il Bancarella è l’unico premio letterario al mondo gestito dai librai. E, come racconta in quest’intervista Gianni Tarantola, presidente della Fondazione “Città del Libro” e “figlio d’arte”, la storia dell’ambito riconoscimento, giunto alla 63esima edizione, è legata all’affascinante tradizione dei librai ambulanti-“bancarellai” pontremolesi, che da fine ‘800 iniziarono a muoversi in cerca di lettori nelle campagne del Nord Italia…

La storia del Premio Bancarella è legata a Pontremoli e all’affascinante tradizione dei librai pontremolesi: da questa terra, l’alta Lunigiana, infatti, a partire da fine ‘800 cominciavano a muoversi generazioni di librai ambulanti, che si dividevano le zone di vendita per evitare di danneggiarsi a vicenda. E così i “bancarellai” si recavano nelle campagne del Nord Italia in cerca di compratori, soprattutto tra i contadini. Col tempo, i “bancarellai” hanno lasciato la vita da ambulanti per aprire negozi nelle principali città.

Nell’agosto 1952 si svolse poi il primo raduno dei librai pontremolesi. Come ricorda il sito ufficiale Premiobancarella.it, nacque così “l’unico premio letterario gestito esclusivamente dai librai”. Nel ‘53 vinse Hemingway con Il vecchio e il mare, anticipando il Nobel (“un evento che si ripeterà con Pasternak per Il dottor Zivago e con Singer per La famiglia Moskat…”).

E veniamo al presente e alle 63esima edizione del premio: i 6 finalisti dell’ambito riconoscimento sono Enrico Ianniello, con La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Feltrinelli), Mallock, con I volti di Dio (Edizioni e/o), Giulio Massobrio, con Rex (Bompiani), Sara Rattaro, con Niente è come te (Garzanti), Paolo Roversi, con Solo il tempo di morire (Marsilio) e Simona Sparaco, con Se chiudo gli occhi (Giunti): il vincitore si conoscerà il 19 luglio. Due giorni prima sapremo a chi è andata la 52esima edizione del Bancarella Sport, mentre il 18 ottobre si saprà chi ha vinto la decima edizione del Bancarella della Cucina.

GianniTarantola-982x540 ilLibraio.it ha parlato del presente e del futuro del premio Bancarella con Gianni Tarantola (nella foto), a lungo vice presidente della Fondazione “Città del Libro”, e dallo scorso dicembre alla guida, al posto di Giuseppe Benelli.

Tarantola, montereggino doc, è figlio di librai: “Mio nonno era un bancarellaio. Poi, a inizio ‘900 aprì una libreria a Monza. Anche i suoi tre figli seguirono la stessa strada. Mio padre ne aprì una a Milano, alle Colonne di San Lorenzo; mio zio a Sesto San Giovanni, e il terzo figlio si occupò di quella di Monza alla morte del padre. Questo fino agli anni ’80. Ma sono tanti i discendenti dei librai pontremolesi ancora attivi”.

Tarantola è orgoglioso di ricordare le tappe fondamentali della storia dell’unico premio al mondo gestito direttamente dai librai: “Il nostro compito principale è promuovere la lettura, incentivando le vendite. Allo stesso tempo, ci teniamo a porre l’accento sul ruolo imprescindibile dei librai indipendenti”.

Gli ultimi dati parlano di un 2015 iniziato bene, dopo anni di difficoltà, per le piccole realtà. Per il presidente della Fondazione “Città del Libro” “la crisi delle librerie è inevitabile in una fase di crisi economica generale… anche i lettori forti hanno dovuto comprare meno. Ci si augura che arrivi presto una forte ripresa complessiva. Di certo, è un buon momento per i libri per ragazzi, un segnale che ci fa ben sperare”.

Per Tarantola “la chiusura di tante piccole librerie rappresenta una grave perdita. Vengono a mancare i luoghi in cui confrontarsi”. Allo stesso tempo, da figlio di librai il responsabile del Bancarella è consapevole che i librai “sono pur sempre dei commercianti”, e che “difficilmente sentirete dir loro che le cose vanno bene”. Battute a parte, i librai “vanno difesi. Svolgono una funzione importantissima, con i consigli che sono sempre pronti a offrire a chi varca la soglia della loro libreria”.

Non ci sono grosse novità in vista nel futuro del premio: “In fondo, da 63 anni il Bancarella non è cambiato, ed è questa, probabilmente, la sua forza. Di sicuro è un premio che continua a portare fortuna, e che aiuta le vendite. Basta scorrere l’albo d’oro…”.

Inevitabile un confronto finale con due tra i premi letterari più ambiti, lo Strega e il Campiello: “No, non c’è rivalità. Mi ha fatto piacere che il Campiello Opera Prima sia andato a  Enrico Ianniello, che era già nella nostra sestina. E ho visto che, come abbiamo fatto noi un paio di anni fa, anche lo Strega da quest’anno ha introdotto le tre preferenze. Segno che il Bancarella gode di ottima salute”.

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