-Solo il tempo di morire- di Paolo Roversi

Solo_Il_Tempo_Di_MorireLa travolgente e sanguinosa epopea della mala milanese nel “romanzo criminale” della metropoli lombarda.

In questa città nessuno comanda davvero. Nessuno ha il potere. Solo piccole porzioni, come cani rabbiosi che si contendono la stessa carogna

Prima che Milano diventi la città da bere qualcuno deve conquistarsi il proprio posto al sole sotto la Madonnina. In lizza ci sono tre banditi con le rispettive batterie, e uno sbirro cocciuto e implacabile pronto a contrastarli. Sullo sfondo, la Milano degli anni Settanta e Ottanta, la città rossa, teatro di una lotta senza quartiere per la supremazia fra grandi organizzazioni criminali e nascenti bande spietate. Ognuna col proprio sogno terribile e ambizioso: Faccia D’Angelo, il Catanese e il bandito dagli occhi di ghiaccio, tre uomini molto diversi che si contendono la supremazia su una metropoli fatta di rapine e gioco d’azzardo, di bische e rapimenti, di bordelli di lusso e di ruffiani, di bombe e morti ammazzati, di camorristi e mafiosi, di donne bellissime e pericolose, di auto potenti e abiti sartoriali ma, soprattutto, di fiumi di cocaina e denaro. Un romanzo che è una corsa a perdifiato dal 1972 al 1984, dodici anni di storia criminale che hanno cambiato faccia alla città e all’Italia. Una vicenda epica e di straordinaria potenza narrativa: la travolgente e sanguinosa epopea della mala milanese nel “romanzo criminale” della metropoli lombarda.

 Su Solo il tempo di morire: intervista a Paolo Roversi

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